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Terapia del dolore: legge 38/2010

Terapia del dolore: legge 38/2010

Il dolore, per anni è stato considerato solo sintomo di alcune malattie, e pertanto, importante era curare la malattia e poca rilevanza si dava al dolore e alla sofferenza del malato.

Con la legge 15 marzo 2010, n° 38, concernente “Disposizioni per garantire l’accesso alla cure palliative e alla terapia del dolore” ( Gazzetta ufficiale n. 65 del 19 marzo 2010), viene riconosciuto al malato, il diritto alla cura del dolore.


Infatti all’ art. 1, della legge 38/2010 viene sancito il diritto per ogni cittadino “all’accesso alle cure palliative e alla cura del dolore considerato in tutte le sue forme”.

All’art. 2 viene definito cosa si intende per “cure palliative” e cosa per “Terapia del dolore”.


Finalmente con questa legge si stabilisce che anche il dolore, non da cancro, ma derivante da problematiche comuni, come quelle  osteo-articolari, presenti ad ogni età, ma soprattutto tipiche delle persone adulte e anziani, hanno diritto di essere curate con farmaci importanti come gli oppiacei  deboli e oppiacei  forti, qualora non funzionino farmaci di uso più comune come il Paracetalolo o i  così detti FANS ( farmaci anti infiammatori di origine non cortisonica). Pertanto, anche  patologie comunissime, come la sciatalgia, la lombosciatalgia,  l’artrosi del ginocchio, ma tutte le patologie osteoarticolari in genere, possono e devono essere trattate, se il dolore è severo, con farmaci simili alla morfina.

Referenti di questa strategia sono sia il medico di famiglia, per l'approccio iniziale al dolore, sia gli ambulatori per la terapia del dolore per i casi più complessi.

Questa legge, innovativa, pone l’Italia tra i primi posti in Europa in quanto a sensibilità per i pazienti con dolore sia da cancro , che dolore di qualsiasi altro genere.


Purtroppo la sua applicazione sul territorio  nazionale non è uniforme e stenta a decollare. Motivo di questa difficoltà sta sia in un fatto culturale di scarsa sensibilità verso il sintomo dolore, sia nella difficoltà per carenza di personale a realizzare gli ambulatori per la terapia del dolore .